Visita azienda Il Rio, Vicchio di Mugello sabato 7 giugno 2014.


La visita dell’azienda Il Rio è la seconda tappa del nostro viaggio alla scoperta delle realtà vitivinicole mugellane. Anche qui l’asse portante è il pinot nero, una scommessa che finora si è rilevata vincente per il Mugello. L’azienda Il Rio di proprietà di Paolo Cerrini e della moglie Manuela ha sede in località Orbetello nel comune di Vicchio...



Paolo ha effettuato i primi impianti di pinot nero nei primi anni 90 quando ancora orafo artigiano di professione si dedicava alla viticoltura esclusivamente per passione e divertimento, a tal proposito è doveroso precisare che Paolo Cerrini è stato il primo tra gli attuali viticultori mugellani ad impiantare pinot nero. Il tempo ha poi dato buoni frutti tantoché dal 2003 la passione si trasforma in attività vera e propria con la nascita dell’azienda Il Rio. Attualmente gli ettari vitati sono due suddivisi in due appezzamenti, in cui oltre al pinot nero sono presenti chardonnay e sauvignon tutti allevati a “lyra” o localmente “biforca mugellana”, una forma di allevamento della vite che consente il raddoppio della superficie fogliare. La cantina è ovviamente commisurata alla superficie vitata, tuttavia Paolo riesce grazie alla sua inventiva e manualità a sopperire alla mancanza di spazio in cantina che talvolta viene a crearsi. Veniamo ai vini prodotti, sono tre: il pinot nero in purezza (vino principale dell’azienda), il sauvignon in purezza ed un altro bianco fatto da chardonnay e sauvignon. Il pinot nero, che si chiama “Ventisei” perché durante la prima vendemmia il numero 26 era ricorrente in modo sistematico, è un pinot nero di ottima fattura, colore e naso tipici di questo vitigno, estremamente piacevole ed elegante. Troviamo poi il “Carabà” vino bianco da uve sauvignon, Carabà è un personaggio della favola Il Gatto con gli Stivali, si è utilizzato questo nome per ricordare i sentori tipici “di gatto” del sauvignon. Anche questo vino ci ha particolarmente colpito per la sua qualità e soprattutto per un piacevolissimo naso fruttato mai invadente e pungente come molti sauvignon. Infine “Annita”, bianco da uve chardonnay con un 15% di sauvignon chiamato così in onore della madre di Paolo, vino piacevolmente sapido che si lascia bere con facilità pur essendo dotato di ottima struttura. Ci teniamo a precisare che si utilizzano barriques per tutti i vini ma in nessuno di questi il legno è presente oltre il dovuto.
Non sappiamo e non possiamo dire se questi vini rispecchino ed “esprimano” il territorio perché ancora non c’è un background sufficiente, però possiamo dire che oltre ad essere piacevoli e ben fatti sono molto originali e dotati di personalità.
La missione di Paolo alla fine non è cambiata: continua a produrre gioielli, non più in oro ma in vino!
 

Un ringraziamento a Paolo e Manuela per la cortesia e l’ospitalità.

Qui trovate alcune foto della nostra visita



Articolo tratto da: Sommeliers Sauro e Gianni - http://www.sommeliersauroegianni.com/
URL di riferimento: http://www.sommeliersauroegianni.com/index.php?mod=read&id=1402406124